Precariato al femminile, la risposta è in rete .


Donne, figli e lavoro. Un equilibrio da sempre precario che negli ultimi anni sta acquisendo sempre più forza grazie al web. Contro forme più o meno striscianti di maschilismo, è in rete che le donne si appropriano di quegli spazi altrimenti negati, è nel mare magnum del 2.0 che cresce l’emancipazione in rosa. Il blog si consacra come un’alternativa di condivisione veloce e alla portata di tutte.

GGD – Un esempio chiaro viene dall’oltremanica. Sara Blow, software engineer inglese, stanca di ritrovarsi in compagnia di poche altre donne ai meeting di lavoro e di essere scambiata per un’addetta del business unit o del marketing, nel 2005 decide di creare un blog per donne che lavorano a contatto con i software e con il mondo dei media in generale. Ecco l’idea di dare vita al fenomeno del Girl Greek Dinner (http://www.girlgeekdinnersroma.com/), incontri per sole donne con partecipazione maschile limitata all’ospite occasionale, con l’obiettivo di “dare voce alle giovani che lavorano con i media digitali, che sono impegnate in piccole imprese” come racconta Paola Santoro, referente per i GGD di Roma. “Organizziamo i meeting – continua Paola Santoro – scegliendo un tema tramite monitoraggio della rete, andando a selezionare gli argomenti di tendenza e i casi femminili di successo o di particolare rilevanza. Per esempio nell’ultimo incontro abbiamo trattato lo storytelling dando voce a varie esperienze di ricercatrici universitarie e di piccole imprenditrici”.

DONNE MANAGER - Altra esperienza rilevante è quella di Donne Manager (http://donne.manageritalia.it/), blog ideato da lavoratrici sia autonome che dipendenti, tra i trentacinque e i quarant’anni, sorto nel 2007 in collaborazione con manageritalia.it. “Il nostro obiettivo? La parità dei diritti uomo-donna perché pensiamo sia un bisogno fondamentale legato alla crescita economica, ma anche sociale” racconta Enrico Pedretti, un uomo – non a caso – nel ruolo di responsabile del blog. “Va migliorato il ruolo della donna all’interno della coppia che spesso – sottolinea Pedretti – viene a essere considerato un impedimento per lo sviluppo professionale della lavoratrice. L’Italia non può esimersi da perseguire il diritto alla parità di genere”.

WORKING MOTHERS ITALY - E quando l’ostacolo maggiore per l’accesso al lavoro si chiama maternità? Niente paura: in rete ci sono le blogger di Working Mothers Italy (http://www.workingmothersitaly.com/), associazione impegnata nella difesa delle madri lavoratrici. Come riferisce la presidente Maria Cimarelli: “abbiamo sostenuto la legge per il congedo parentale di paternità, la norma è stata approvata dall’Unione Europea, ma ancora non viene ratificata dal parlamento italiano. Per noi una nuova sfida”.

“Le utenti tramite il blog – continua Cimarelli sul ruolo del portale – ricevono sostegno anche reciproco in particolar modo nel periodo della maternità che per la donna rappresenta un blocco lavorativo nei migliori dei casi, fino ad arrivare a estreme conseguenze quale il mobbing. Le lavoratrici tramite la rete riescono a esternare più facilmente fatti non confidati altrove”. L’intento comune resta la sempre maggiore valutazione della donna. La rete come mezzo informativo e propositivo viene a essere lo spazio privilegiato non solo per condividere passioni, ma anche per ottenere velocemente risultati altrove negati.