VOTA Le tue idee per la tua Italia

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Al via da oggi 31 dicembre  “Le tue idee per la tua Italia” on line, la consultazione nazionale del Psi che culminerà il prossimo 5 Gennaio dalle 10 alle 17.00 quando saranno predisposti gazebo collocati nelle vie e  piazze centrali di tutte le province italiane di cui pubblicheremo l'elenco il prossimo 4 gennaio.
E' stato predisposto un questionario da mettere a disposizione dei cittadini (potranno votare anche i sedicenni e gli stranieri con regolare permesso di soggiorno), che potranno esprimersi su temi come economia e lavoro, laicità e diritti civili, riforme istituzionali, giovani e istruzione, giustizia, beni comuni (ad es. introduzione della patrimoniale sulle grandi ricchezze con relativa abrogazione dell’Imu, Introduzione del termine “laico” nella Costituzione, Riconoscimento dello “Ius soli” per chi nasce in Italia, Progetto giovani con sostegnoa  chi studia con merito, microcredito a sostegno di chi ha perso il lavoro e riduzione della pressione fiscale su redditi da lavoro dipendente e pensioni). 


 
Il 5 gennaio 2013, giornata di grande mobilitazione per tutte le donne e gli uomini socialisti.
In una logica di partecipazione attiva dei cittadini alla gestione della “Cosa Pubblica” e quindi anche di partecipazione e coinvolgimento nella elaborazione dei programmi, il PSI promuove una giornata in tutte le piazze d’Italia per una consultazione che rafforzi il nostro impegno per rinnovare il Paese. “ Le tue idee per l’Italia” è un’iniziativa che consentirà alle italiane e italiani di indicare le idee prioritarie sulla base di una scheda disponibile presso sedi, circoli e gazebo. Abbiamo dato un grande contributo alle primarie di coalizione attraverso 630 comitati, vogliamo farlo anche ora perché i cittadini possano esprimersi sui temi del lavoro, diritti, fiscalità, scuola ecc. Si può votare anche on-line a partire dal 31 dicembre sul sito PSI. Le donne socialiste parteciperanno attivamente.

Rita Cinti Luciani responsabile nazionale pari opportunità PSI

insopportabile e offensivo giustificare la violenza sulle donne

Trovo scandaloso la lettera-documento pubblicata in bacheca davanti a una chiesa di Lerici.

Scandaloso che ormai nel 2013 si assista ancora al tentativo di promuovere una cultura colpevolizzante nei confronti delle donne protagoniste di atti di violenza, in quanto “provocatrici”. In Italia ogni anno aumenta il numero di femminicidi, tanto che recentemente il Governo è stato richiamato a rispettare gli impegni assunti con l’Unione Europea e da anni le associazioni femminili stanno cercando di attenzionare in modo adeguato le istituzioni per far assumere maggiori impegni in termini anche di risorse per rafforzare gli interventi di prevenzione e protezione.


La violenza sovente inaudita, viene consumata tra le mura domestiche quindi tra familiari e riguarda indiscriminatamente tutte le fasce sociali. 
Si sta lavorando molto per creare le condizioni affinchè le donne denuncino gli atti di violenza e per promuovere nelle scuole e dentro le università una cultura del rispetto tra i “generi” nonché rete di protezione attive per le donne che hanno minori a carico. 
E’ insopportabile e offensivo dare una giustificazione a chi compie atti simili ancor di più se chi ha scritto la lettera è un rappresentante della cultura cristiana che dovrebbe promuovere l’amore. Forse è l’autore che dovrebbe fare una sana autocritica. 


Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale pari opportunità PSI


Squarcione (Psi): «La logica del concorsone deve essere superata»

Si è conclusa la prima giornata preselettiva per il concorso degli insegnanti, indetto dopo 13 anni di assenza. A superare il test – che prevedeva 50 domande alle quali rispondere in 50 minuti – è stato il 34,1%, ossia 11.092 candidati. Quattro le Regioni dove gli ammessi hanno superato la quota del 40%: Toscana con il 45,7%; Piemonte con il 43,4%; Liguria con il 41,2% e Lombardia con il 40,4%. In Molise si sono invece registrate le percentuali più basse, dove hanno passato la prova in 12 su 95 (12,4%), in Basilicata (21,2%), in Calabria (21,6%) e in Sardegna (26,7%). Il numero maggiore di prove svolte si è registrato in Campania (5.265, ammessi su partecipanti il 26,8%) e in Sicilia (4.651, ammessi il 27,1%). In totale sono 11.542 le cattedre a bando, 38 anni e mezzo l’età media dei candidati e 2.500 le aule coinvolte in tutta Italia per le prove di preselezione di stamane e domani. Su un totale di 321.210 candidati, 258.476 sono donne, i restanti 62.734 sono uomini e, molti di loro sono persone che attualmente fanno altri lavori e in molti casi non hanno mai insegnato. Maria Squarcione, responsabile nazionale scuola del partito socialista italiano, intervistata dall’Avanti! non ha dubbi: «La logica del concorsone deve essere superata poiché inidonea a valutare la capacità didattica».
Squarcione, cosa pensa del “concorsone” che ritorna dopo 13 anni?

Ritengo che la logica del concorsone debba essere superata perché non è idonea a valutare. Bisogna valutare la capacità didattica delle persone. E in Italia manca un percorso formativo idoneo. Esistono tecniche per la didattica, in Italia non ci sono programmi specifici. Sì, c’è il Tfa, il Tirocinio Formativo Attivo, che è un corso abilitante all’insegnamento, ma staremo a vedere. Resta comunque il bisogno di avere degli specialisti della didattica, per questo bisogna seguire un percorso informativo ad hoc. Dopo aver badato ai contenuti, ora si deve prestare attenzione all’insegnamento.

BASTA VIOLENZA CONTRO LE DONNE per il bene dell'Italia per il bene delle donne

 
Domenica 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, ed ogni anno in migliaia si mobilitano per promuovere iniziative volte a contrastare, prevenire e sensibilizzare sul tema, con l’obiettivo di porre in essere politiche adeguate.
Purtroppo il nostro Paese in materia di diritti civili è ancora piuttosto arretrato ed anche inadempiente rispetto agli obblighi internazionali assunti per quanto concerne la violenza sulle donne tema che ci vede invece segnare un drammatico primato: nel 2011 morte 127 donne (aumento rispetto l’anno precedente del 6,7%) e per il 2012 il dato più recente parlava di 100 vittime. La stragrande maggioranza dei fatti avviene a livello parentale.
Occorre dare attuazione piena alle sollecitazioni esercitate nel 2011 dal Comitato CEDAW (Comitato per l’implementazione della Convenzione per l’eliminazione di ogni discriminazione sulle donne) affinchè la violenza sulle donne sia riconosciuta come violenza dei diritti umani. Nel 2012 la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite nel manifestare forti preoccupazioni per l’aumento dei casi di donne uccise da partner o ex, per il persistere di atteggiamenti socio-culturali tendenti a minimizzare o giustificare la violenza domestica, per l’assenza di interventi sistematici e rilevanti nel contrastare il fenomeno, ha fortemente sollecitato l’Italia a rispettare gli impegni internazionali.
Questo non è un tema da trattare come questione “privata” ma si tratta di un fenomeno sociale pericoloso per tutti : donne, bambine e bambini, ma anche per gli uomini e va trattato sul piano politico con impegni precisi e risorse adeguate. In questi anni, come socialiste e socialisti, più volte abbiamo chiesto interventi incisivi anche dal punto di vista educativo per promuovere una cultura rispettosa ed un livello di potere equo tra donne e uomini. In realtà continua a persistere un sistema inadeguato e sporadico, spesso lasciato alla buona volontà delle associazioni o delle singole istituzioni. 

SOCIALISTE X BERSANI

Un mese fa il nostro Segretario Nazionale Riccardo Nencini, ha sottoscritto con P. Bersani e N. Vendola, la “carta degli intenti” dell’alleanza riformista che si sta presentando agli italiani con un progetto politico per Governare L’Italia.
La grande crisi che ha messo in ginocchio il Paese, il forte distacco che si è creato tra politica e cittadini, l’Unione Europea che ancora non ha saputo andare oltre la moneta per dare vita ad un’ Unione Politica in grado di offrire risposte ad una globalizzazione che ha lasciato troppo spazio non ai liberi mercati ma ad un’azione incontrollata della “finanza creativa” con effetti devastanti nel mondo, ci ha portato ad intraprendere con grande chiarezza la strada di un patto pubblico per il bene comune.

Negli anni appena trascorsi fatti di difficoltà e privi di una rappresentanza politica, mai abbiamo pensato fossero venute meno le ragioni del socialismo nella convinzione che la strada giusta per l’Italia fosse quella della nascita di un’alleanza riformista sul modello delle grandi sociademocrazie europee. Certamente siamo stati in contrasto con chi ha cercato di portare il popolo italiano a pensare che i partiti “ non servono più ”, gli ideali non esistono perché ormai sono cadute le “differenti visioni”, insomma in contrasto con chi ha intrapreso anche con successo, la strada della personalizzazione della politica. Certamente quest’ultima non ha sempre dato “buoni esempi” soprattutto ai giovani le cui aspettative di vita sono oggi mortificate da una società in cui “merito, capacità e lealtà” sono sovente tacciati per “debolezza”, in una società che enfatizza un modello e stili di vita dove i furbi si possono permettere ogni cosa. Su questo fronte i partiti avrebbero potuto dare risposte più celeri e incisive perché questo ha lasciato spazio a rabbia e delusione, da parte di chi ha perso il lavoro o non lo trova, di chi deve vivere con grandi restrizioni, da parte dei giovani che non vedono più nella politica lo “strumento per migliorare il mondo” e oggi si sta delineando un clima preoccupante, perché tende a “non distinguere” più.
Storia e letteratura su questo fronte ci insegnano parecchie cose : l ’Italia non può restare il Paese del “Cambiamo Tutto per Non Cambiare Niente”.
Noi la pensiamo e agiamo diversamente . In questi anni abbiamo caratterizzato la nostra azione politica nella difesa dei principi di equità e nella difesa dei diritti. Il Paese sta vivendo una crisi economica senza precedenti, ma non si può pensare di colpire sempre gli stessi con leggi e tagli lineari che aumentano il divario tra chi è ricco e chi è povero, tra chi è molto ricco e quello che un tempo veniva definito “ceto medio”. Per questa ragione abbiamo insistito per l’introduzione di una Patrimoniale sulle grandi ricchezze, più risorse per la scuola, maggiori diritti civili, pari opportunità tra uomini e donne a tutti i livelli . Le primarie sono una buona occasione per spiegare le ragioni del progetto per il bene dell’Italia, per “risvegliare una fiducia collettiva” nel futuro e nel cuore degli italiani. Per questa ragione, le donne e gli uomini socialisti stanno lavorando attraverso i comitati sostenendo Pierluigi Bersani. Il 25 novembre sarà poi l’inizio di un percorso per ridare all’Italia quella giusta governabilità che merita.

Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale pari opportunità PSI

SALUTE. MORICONI: RISPETTO E TUTELA PER CHI E' MALATO A CAUSA DEI MANCATI CONTROLLI SUI FARMACI

Dura presa di posizione  di Rita Moriconi, consigliere regionale socialista dell'Emilia Romagna contro il  decreto del Ministero della Salute in cui si stabilisce che vanno esclusi dalla transazione tutti coloro che hanno promosso una causa di risarcimento danni dopo più di cinque anni dalla scoperta di essere ammalati di epatite o di Aids a causa dei mancati controlli sul plasma e sui farmaci emoderivati prodotti o importati in Italia.
"Non si può trattare pazienti affetti da gravissime patologie alla stregua di chi non ha pagato in tempo una bolletta e si vede sospeso un servizio” afferma Moriconi.
“Si tratta di persone che, senza alcuna colpa se non quella di essersi fidati di un servizio dello Stato, sono state infettate senza saperlo e che hanno diritto ad essere risarciti e questo diritto non può essere soggetto ad alcuna scadenza visto che ciò di cui stiamo parlando è la salute dei cittadini.
Di fronte ad avvenimenti come questo non c’è spending review che tenga” prosegue l'esponente socialista “e sono quasi 120 mila le persone che, nel corso di trent'anni, si sono ammalate a causa dei mancati controlli sul plasma e sui farmaci emoderivati prodotti o importati in Italia e diverse sono state le sentenze della Cassazione che hanno riconosciuto il Ministero della Salute responsabile degli omessi controlli”. “Queste persone” conclude  Moriconi “ non possono in alcun modo essere escluse da una forma di risarcimento senza che non solo sia leso il loro diritto costituzionale ad essere risarciti dei danni subiti, ma anche un principio fondamentale del rapporto tra Stato e cittadino: quello di essere tutelato dopo che, per curarsi, ha subito un danno ancora maggiore”.

IL PSI MOBILITATO. NASCONO 500 COMITATI "SOCIALISTI X BERSANI


Il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, ha convocato, questa mattina a Roma, i segretari regionali e i segretari delle federazioni provinciali del Psi, insieme ai  sindaci e egli amministratori socialisti, per una riunione operativa in vista delle prossime elezioni primarie del centrosinistra. Il segretario socialista ha sottolineato che le prossime settimane  “saranno caratterizzate dal  forte impegno dei  nostri dirigenti e amministratori locali nell'organizzazione delle primarie di coalizione" e ha illustrato, nel corso dell'incontro, le regole e le modalità di svolgimento delle primarie che, ha sottolineato, "i socialisti osserveranno e faranno osservare rigorosamente". 
“A Bruxelles, qualche settimana fa - ha proseguito Nencini - abbiamo deciso di sostenere, in piena autonomia,  il segretario del Pd alle primarie di coalizione. 
Muovendo da  questa candidatura, abbiamo concorso alla definizione di un programma dalla forte impronta riformista e coerente con le idee del Pse, affinchè l' Italia sia  governata all’insegna dello sviluppo nel segno dell' equità, del rigore, della laicità e dell' innovazione. In vista dello svolgimento delle primarie di coalizione dunque – aggiunge Nencini -  tutto il Psi  sarà mobilitato a sostegno di Pier Luigi Bersani e nelle prossime ore, in tutta Italia, saranno costituiti oltre 500 comitati socialisti a sostegno della sua candidatura". 
 


 

PSI: SOSPESO ACCOUNT TWITTER SENZA MOTIVO

L’account ufficiale di Twitter del Psi, è stato, durante la notte, sospeso senza una precisa motivazione. “E' inspiegabile come – precisa il responsabile nazionale comunicazione del Psi, Emanuele Pecheux - nelle prime ore della giornata di oggi, Twitter abbia sospeso l'account del partito senza fornire alcun preavviso, azzerando following, followers e contenuti”. 

“L' account ‘@PartSocialista’  viene utilizzato – avverte Pecheux - come avviene per tutti i partiti, al solo scopo di fornire informazioni sulla nostra attività. Inoltre, la segnalazione che ho immediatamente inoltrata a Twitter nelle prime ore della mattinata, allo stato delle cose, non ha avuto che risposte in automatico, dilatorie e del tutto insoddisfacenti. Spero e mi auguro – conclude il responsabile comunicazione Psi - si tratti di un errore al quale Twitter porrà rapidamente rimedio poichè più scorrono le ore, maggiore è il danno che tale azione reca alla comunicazione del Psi”

PES Women Annual Conference


Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale
Pari Opportunità PSI
The Party of European Socialists (PES), ECOSY - Young Socialists and PES Women are running the campaign "Your future is my future" and calling for a European Youth Guarantee to tackle youth unemployment

FESTA SOCIALISTA. DALLE ORE 17.00 LA DIRETTA AUDIOVIDEO DA PERUGIA

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Lettera di Rita Cinti Luciani. Soddisfazione per tutte le donne socialiste

Il 27 e 28 agosto si è tenuto a Città del Capo il congresso dell’Internazionale Socialista Donne, nel quale si è proceduto al rinnovo dell’incarico di presidenza tenuto da nove anni (due mandati) da Pia Locatelli. 

La nuova presidente è la deputata marocchina Quafa Hajji, alla quale formuliamo i migliori auguri di buon lavoro. Pia che ha svolto i suoi due mandati con grandissimo impegno, proprio in virtù della sua attività ha avuto la grande soddisfazione di avere l’incarico di Presidente onoraria, un riconoscimento certamente tutto meritato e che vede molto soddisfatte anche tutte le donne socialiste per gli obiettivi e l’intenso lavoro che occorre ancora promuovere a livello mondiale soprattutto in materia di diritti civili delle donne. 

Congratulazioni Pia e buon lavoro.


Rita Cinti luciani
responsabile pari opportunità PSI



Legge 40. L’Europa ha fatto giustizia.

di Rita Cinti Luciani
responsabile pari opportunità PSI 


L’Europa ha fatto giustizia bocciando la legge 40, normativa sulla procreazione ingiusta, risultato di una politica sbagliata che viola i diritti delle persone in particolare delle donne.

La legge che impone l’impianto di tre embrioni impedendo una diagnosi preimpianto, ha costretto nel caso di grave malattia del feto trasmessa geneticamente dai genitori a ricorrere all’aborto che rappresenta sempre, in ogni caso per una donna un scelta dolorosissima. Quindi una sentenza corretta e civile, un monito che l’Europa ancora una volta ci fa in materia di diritti civili. Questo dovrà portare le forze politiche e il Parlamento a riaffrontare il tema con una nuova legge, una legge che tenga conto delle conoscenze scientifiche e tecnologie a disposizione per tutelare il desiderio di maternità e paternità attraverso una regolamentazione giuridica che si preoccupi di tracciare i percorsi più corretti all’interno del servizio sanitario senza trasformare i principi religiosi in norme dello Stato. Questo è un tema che certamente riguarda laici e cattolici, è un tema che va affrontato con coscienza ma con coerenza e rispetto per i diritti umani.

L’ex ministro Sacconi auspica il ricorso dello Stato contro la sentenza e parla di “prendere surrettiziamente la via della selezione genetica”, affermazione strumentale e faziosa che evidentemente non tiene conto del fatto che le analisi si fanno solo su gravi patologie che possono essere trasmesse dai genitori. 

Nei fatti da quando questa legge è stata approvata ha solo penalizzato le coppie con desiderio di avere dei figli che non potevano permettersi di andare all’estero. Una storia iniziata nel 2004 con veri tentativi di modifica, dibattiti a non finire e un referendum che non ha raggiunto il quorum, oggi per fortuna l’Europa ha fatto giustizia.


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Fecondazione, la Corte europea boccia la normativa italiana

Pia Locatelli (PSI) eletta presidente onoraria Internazionale Socialista Donne

Pia Locatelli, è la prima presidente onoraria dell’Internazionale Socialista Donne, eletta a Città del Capo, Sudafrica, dalla prima giornata del ventesimo Congresso dell'Organizzazione, cui seguira' quello dell'Internazionale Socialista che si concludera’ l'uno di settembre.
Un successo che premia la capacita' e l'impegno gia' espressi da Locatelli nei nove anni, eletta nel 2003 in Brasile e riconfermata al congresso di Atene nel giugno 2008, in cui e' stata presidente dell'Internazionale Socialista Donne (Socialist International Women) e vicepresidente dell’Internazionale socialista (Socialist International).

L' Internazionale Socialista Donne sarà guidata dalla presidente  Ouafa Hajji, Socialist Union of Popular Forces, Marocco (nella foto in basso) e dalla segretaria generale Marije Laffeber Labour Party, Olanda

UN CHIARO IMPEGNO PER L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE CHE REGOLA LE UNIONI CIVILI

“Leggendo delle nozze di Barney Frank, il deputato del Congresso degli Stati Uniti che, promuovendo la legge sul controllo di Wall Strett, ha evitato ulteriori disastri per la finanza mondiale, mi chiedo: perché, nel 2012, un fatto così naturale qual è l’unione di due persone che vogliono costruirsi una famiglia deve fare notizia?” afferma il Consigliere Regionale Socialista Rita Moriconi 
“La risposta è ovvia: perché si tratta di due uomini e dunque, come ogni volta che questo accade, nel nostro Paese si scatena il solito e ormai stucchevole dibattito sulla mancanza di una legge che regoli le Unioni Civili che permetta finalmente alle persone dello stesso sesso di costruirsi una famiglia; e ogni volta torna a ripetersi, con un ritornello stanco quanto inutile, che in Parlamento giacciono nel dimenticatoio decine di proposte di legge in tal senso”. 

Scuola e merito

di
Maria Squarcione
Responsabile Nazionale Scuola PSI


Oltre al tema del merito, che in questi giorni è stato oggetto di un "pacchetto" di proposte legislative da parte del Ministro Profumo e che saranno all'esame del Consiglio dei Ministri la prossima settimana, il PSI ritiene che sia necessario favorire anche l'innalzamento del livello culturale medio dello studente italiano.
Oggi, oltre al merito dei migliori, il tema è anche questo, come è verificabile in ogni àmbito, formativo o professionale, dove le carenze di base emergono con sconcertante evidenza e sorprendente ampiezza.
Per cercare di ottenere questo risultato, in questo periodo storico, sarebbe utile contrarre e anticipare di un anno la scuola elementare; ampliare di due anni (portarla da tre a cinque) la scuola media inferiore, rendendola la vera ossatura informativa della scuola italiana; mantenere i cinque anni di quella superiore, abolendo l'organizzazione in classi e strutturandola in base a corsi fondamentali dell'indirizzo prescelto e propedeutici, aperti anche ad altri indirizzi.

Doppia preferenza di genere : primo risultato importante



La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla proposta di legge sul riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli e nelle Giunte. Una legge che rappresenta senza dubbio un passo importante per superare la mancanza di una rappresentazione adeguata delle donne al governo del Paese.
Con questa normativa gli elettori potranno esprimere due preferenze purchè di genere diverso. Viene introdotta inoltre una norma per garantire pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso negli enti pubblici. Le socialiste e i socialisti da tempo sostengono la necessità di introdurre normative che rilancino la politica con un messaggio nuovo per il Paese e ridia slancio alla partecipazione attiva dei cittadini alla cosa pubblica attraverso un progetto che incarni i principi di serietà, merito e pari opportunità. Solo una politica che dia spazio anche alle donne e ai giovani in un’ottica di rilancio di idee e progetti può far superare questo periodo di stagnazione e crisi che ha portato anche molti elettori a non esercitare più il diritto di voto. Il testo è ora al Senato.


Rita Cinti Luciani
Responsabile Nazionale Pari Opportunità Partito Socialista Italiano

Scuola

Chiunque voglia contribuire può scrivere a:
scuola@partitosocialista.it 
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Vi attendo numerosi
Maria Squarcione
Responsabile Nazionale Scuola PSI 
All'indomani della strepitosa vittoria socialista in Francia - grazie ad un candidato che anche nel dibattito "faccia a faccia" con il suo avversario ha mostrato una grande competenza e sensibilità nei confronti dell'istruzione pubblica - si apre la nuova pagina ufficiale del Partito Socialista Italiano dedicata alla scuola.
Questo sarà il luogo di discussione e dibattito che il Partito destinerà ai temi dell'Istruzione, della Scuola, dell'Università, della Cultura e rappresenterà lo spazio per riflessioni, ma soprattutto per proposte ed iniziative, a testimonianza della centralità di questi temi per la politica socialista italiana, consapevole che la Scuola oggi è un'emergenza nazionale.
La base di questa politica è rappresentata dalla condivisione da parte nostra della finalità stabilita dall'Unione Europea sul contrasto nei confronti dell'abbandono scolastico precoce, che è il primo fondamentale tassello per il rilancio della scuola e dell’occupazione italiana del Terzo Millennio.
Il Partito Socialista Italiano è storicamente impegnato a favore della scuola pubblica e la prima battaglia che oggi vuole condurre è quella contro l’abbandono scolastico precoce: per dispersione scolastica si intende quel fenomeno che riguarda persone tra i 18 e i 24 anni che hanno un’istruzione secondaria inferiore o anche meno e che non sono più in formazione. In base ai dati ISFOL 2011, questo è un fenomeno che interessa più di 6 milioni di giovani nell’Unione Europea, pari ad una percentuale del 14,4% e che in Italia riguarda il 19,2%. Questo tasso così elevato l’Italia lo condivide con la Romania, con Malta, con il Portogallo e con Cipro, mentre 8 stati membri hanno già raggiunto il traguardo del 10%: Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Lituania, Slovenia, ecc…
Questo interesse è in linea con le finalità dell’Unione Europea che tra i cinque obbiettivi individuati nella strategia "Europa 2020" ha compreso quello di ridurre la dispersione precoce al di sotto del 10% per rompere il circolo vizioso della esclusione sociale, della povertà e della miseria e per favorire una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. L’azione dunque dovrebbe essere quella di attuare, dopo il monitoraggio e l’individuazione dei principali fattori di abbandono, politiche di prevenzione, di intervento e di compensazione, cioè di seconde chances, anche per gli adulti.

Joyce Banda è la Presidenta del Malawi


Da sabato 7 aprile una donna, Joyce Banda ex vicepresidente, ha giurato ed è la prima Presidente donna di un Paese dell’Africa australe: il Malawi. Pedagogista, fin dagli anni 90’ si è impegnata a fondo per lanciare un programma teso a favorire l’istruzione femminile nel suo Paese fondando un’associazione che si occupa anche di infanzia in difficoltà. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti in campo internazionale ed è stata anche ministra degli Esteri e del Welfare prima di assumere l’incarico di vicepresidente. Il secondo capo di Stato africano dopo la liberiana premio Nobel per la Pace 2011 Ellen Johnson Sirleaf. 
Quella di Banda è stata una successione un po’ travagliata come del resto sempre per le donne in politica, ma ieri dopo aver giurato ha presieduto il suo primo Consiglio dei ministri ottenendo il suo legittimo ruolo. Questo a confermare quanto spesso sostenuto, che in molti altri paesi compresa l’Africa le donne stanno assumendo ruoli di primo piano per quanto concerne i processi decisionali politici, sociali ed economici. L’auspicio è che anche l’Italia tragga insegnamento da quanto avviene nel resto del mondo e a parità di competenze e meriti dia alle donne il giusto ruolo. D’altra parte anche il nostro Presidente Napolitano l’ha auspicato pochi giorni fa. 
L’augurio a Joyce che possa continuare ad essere la paladina dei diritti umani attuando le giuste riforme per il progresso del suo Paese.

Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale pari opportunità PSI

Il popolo ha premiato il coraggio e la tenacia di una donna: Aung San Suu Kyi



Il 13 novembre 2010 Aung San Suu kyi aveva festeggiato il suo primo giorno di libertà dopo di sette anni di arresti domiciliari. Oggi è stata eletta a kawhmu un luogo dove ancora non esistono i servizi primari come acqua e energia elettrica ma dove migliaia di persone l’hanno votata e hanno festeggiato la sua vittoria. Elezioni importanti perché potrebbero portare ad un cambiamento rispetto alle sanzioni inflitte alla Birmania nel contesto Internazionale. Un risultato importante che conferma non solo l’impegno e il coraggio di una donna premio Nobel per la Pace nel 1991, ma anche la possibilità di avviare riforme costituzionali nel Paese mettendo fine a decennali conflitti . Un Paese che ha imboccato una strada nuova, una donna che ha reso possibile una nuova speranza verso la democrazia. Congratulazioni On. Aung San Suu Kyi a nome di tutte le Donne Socialiste Italiane.

Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale pari opportunità PSI 

Sintesi convegno 28 marzo









LEGGI TUTTI GLI INTERVENTI   


Doppio voto di preferenza obbligatorio alle elezioni ed anche nelle nomine di secondo grado obbligo di presentazione del curriculum per un uomo e una donna, questo per favorire la parità di genere e premiare il merito. Questa la proposta socialista sostenuta dal Segretario Riccardo Nencini al Convegno nazionale delle Donne Socialiste che si è svolta a Roma presso la Sala Roma Eventi .
Pari Opportunità, Welfare, Lavoro e Diritti Civili i temi trattati dalle relazioni che si sono succedute, ma anche dai numerosi interventi durante il dibattito.
Introducendo i lavori, Rita Cinti Luciani, Responsabile Naz. del Dipartimento Pari Opportunità ha sottolineato appunto la necessità di una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nei processi decisionali politici e pubblici. “ L’Italia ha investito poco sulle competenze delle donne, bisogna invertire la rotta con una maggiore rappresentanza. E’ un cambiamento che presuppone necessariamente la modifica di modelli sociali e culturali ma anche la necessità e il coraggio di attuare riforme vere, compresa la legge elettorale, che ridiano fiducia soprattutto ai giovani; troppe volte le leggi specialmente in materia di diritti si sono arginate in Parlamento”. 

CONFERENZA NAZIONALE DONNE 28 MARZO 2012 INTERVENTO RITA CINTI LUCIANI

 responsabile nazionale pari opportunità PSI

Saluti e ringraziamenti ai presenti, al Segretario Riccardo Nencini e a tutte le compagne e compagni che hanno collaborato per l’iniziativa.
Iniziativa tesa a dare un contributo su alcuni temi e valori che riteniamo prioritari per il Paese.
Welfare, Lavoro e Pari opportunità e Diritti.
Farò alcune considerazioni nella mia introduzione partendo da un auspicio del Presidente Napolitano qualche giorno fa: “Mi auguro presto una donna al Quirinale” poi ha aggiunto che sono presenti ancora “Pregiudizio e Resistenza nel nostro Paese a scegliere una donna per certi incarichi”.
Sembra quasi di essere banali, a pochi giorni dall’8 Marzo, nel ribadire la scarsa rappresentanza femminile nel nostro Paese nonostante i grandi contributi, passati spesso nel silenzio più totale, dati dalle donne nella storia.
E’ un dato che ci pone in coda a tanti Paesi Europei e non solo Europei nonostante le raccomandazioni a partire dagli anni 80 del Consiglio D’Europa sulla necessità di una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nei processi decisionali politici e pubblici.

Doppio voto di preferenza uomo e donna

L'EDITORIALE DI RICCARDO NENCINI SEGRETARIO NAZIONALE PSI

Una delle maggiori responsabilità  del Porcellum è quella di aver spogliato gli elettori del potere di scegliersi i propri rappresentanti. La proposta in discussione non scioglie questo nodo. Noi proponiamo un doppio voto di preferenza obbligatorio, uno per il candito uomo, uno per la candidata donna, per garantire e favorire  la “parità di genere” nel parlamento italiano. I cittadini devono avere la possibilità di indicare, non solo da quale partito, ma da quale coalizione e quale candidato premier essere rappresentati, in un sistema che renda chiare maggioranza e opposizione, al momento del voto. Anche la “trinità laica” sbaglia: sciogliendo il vincolo di coalizione, i partiti potranno decidere all’indomani delle elezioni, chi governerà l’Italia. E questo non ci piace.

28 marzo Convegno Nazionale Walfare,Lavoro, Pari Opportunità




Ore 15.00 Saluto di Riccardo Nencini Segretario Nazionale PSI
 
Ore 15.15 Introduzione
Rita Cinti Luciani Responsabile Dip. Pari Opp. PSI
 
Ore 15.30 “Nuove Povertà: in crisi la coesione sociale”
Giovanna Miele Coordinatrice Reg. PSI Lazio
 
Ore 15.45 “Donne e Lavoro: L’effetto soffitto di cristallo”
Paola Schiavulli Forum donne socialiste
 
Ore 16.00 “Bilancio di Genere: ridefinire la spesa pubblica in un’ottica
di Pari Opportunità”
Maria Rosaria Cuocolo Direzione Naz. PSI
 
Ore 16.15 Interventi:
Giovanna D’Ingianna, Rita Moriconi, Claudia Bastianelli,
Elisabetta Cianfanelli, Margherita Torrio, Daniela Larese,
Angela Massimino

 
Ore 17.15 “Diritti e Pari Opportunità”
Paola Concia parlamentare del PD



Essere donna non è la stessa cosa in tutto il mondo 

8 marzo. Dall’Islanda allo Yemen, quante ragioni per festeggiare o no

di Pia Locatelli - Presidente Internazionale Socialista Donne

Libertà, dignità, rispetto, parità. E non solo l'8 marzo! 

Rita Cinti Luciani - Responsabile Nazionale Pari Opportunità PSI

Essere donna non è la stessa cosa in tutto il mondo

8 marzo. Dall’Islanda allo Yemen, quante ragioni per festeggiare o no

Giovedì 8 marzo 2012, 101° anniversario della giornata internazionale delle donne, e ancora una volta mi chiedo se noi donne, la metà abbondante della popolazione del mondo, abbiamo motivo di festeggiare o meno.
E’ una domanda che le donne si pongono da un secolo, essendo questa data un’occasione per fare un bilancio delle conquiste che le donne, soprattutto grazie ai movimenti femminile e femministi, hanno raggiunto, ma anche delle brusche frenate, quando non degli arretramenti, che ancora oggi sperimentiamo. Nulla deve essere mai dato per scontato né ritenuto conseguito una volta per tutte. L’Italia degli ultimi anni è un esempio di come l’immagine e il ruolo delle donne possano cambiare, e non certo per il meglio.
Ci sono motivi di soddisfazione se guardiamo all’andamento delle statistiche che lo World Economic Forum da anni puntualmente pubblica nel suo Global Gender Gap Report (Rapporto Globale sul Divario di Genere): ben l’85% dei 135 Paesi presi in considerazione (su 193 membri delle Nazioni Unite) ha fatto progressi negli ultimi sei anni.
Il Rapporto misura quello che viene definito “gender gap”, cioè le disuguaglianze tra gli uomini e le donne, con criteri oggettivi e comparabili, negli ambiti della economia, della politica, dell’educazione a tutti i livelli - dalla primaria alla post universitaria -, e alla salute nel suo insieme - compresa la longevità. E’ un rapporto interessante e soprattutto utile per diffondere presso una audience internazionale la consapevolezza delle sfide che queste disuguaglianze comportano e delle opportunità che la loro riduzione promuove.
I dati sono comparabili e quindi consentono di stabilire una sorta di classifica dei Paesi “amici delle donne” (women’s friendly), tant’è che il quotidiano inglese The Independent pubblica un interessante articolo dove elenca sia i Paesi eccellenti, cioè il luogo migliore nel mondo per una donna per essere madre, piuttosto che lavoratrice, piuttosto che leader politica … sia quelli dove le donne sono più discriminate, in sintesi dove noi donne stiamo meglio e dove stiamo peggio. Il principio di fondo che guida l’analisi è la parità: uguaglianza assoluta dove gli indicatori maschili e femminili sono pari, ma anche super uguaglianza per i casi in cui le donne sono meglio piazzate che gli uomini, casi rari ma esistenti.
Le sorprese sono numerose.
Il miglior posto per una donna dove vivere è l’Islanda se consideriamo insieme i quattro indicatori del rapporto: la partecipazione politica, l’istruzione e la formazione, il lavoro e le opportunità economiche, la salute in generale e la speranza di vita. Agli ultimi posti Mali, Pakistan, Chad, Yemen.
Se invece analizziamo i singoli ambiti, il miglior Paese per la politica è il Ruanda dove le donne occupano 45 degli 80 seggi parlamentari
Il miglior posto per accesso all’educazione universitaria e post universitaria è sorprendentemente il  Qatar dove una donna ha cinque possibilità in più di un uomo di frequentare l’università, mentre l’Italia è al 36° posto, non male rispetto ad altri indicatori.
Il miglior posto per essere madri è la Norvegia, il peggiore l’Afghanistan. Se parliamo di opportunità di accesso al mercato del lavoro, il Burundi vince tutti essendo l’unico Paese al mondo dove il tasso di attività femminile (92%) supera quello maschile di quattro punti percentuali (88%).
Il miglior Paese dove partorire in sicurezza è la Grecia, il peggiore è il Sud Sudan, il neonato Stato dove le levatrici sono meno di venti per una popolazione di 30 milioni.
Il miglior posto per essere al vertice della politica, come capo di Stato o di governo, è lo Sri Lanka  dove per 23 degli ultimi 50 anni le donne sono state presidenti; a seguire l’Irlanda con 20 anni di presidenza al femminile. Interessante notare che dei 135 Paesi considerati, solo 43 hanno sperimentato una presidenza femminile, la maggior parte di essi per meno di tre anni.  Attualmente sono 19 le donne in questa posizione di vertice su quasi 200 Paesi del mondo.
Nelle arti la Svezia batte tutti soprattutto per la produzione di film e la Danimarca per il tempo libero, perché le danesi dedicano al lavoro non retribuito, cioè lavoro domestico e di cura, solo 57 minuti in più degli uomini.
L’India è il posto ideale per essere taxiste; al contrario l’Arabia Saudita è l’unico Paese al mondo in cui le donne non possono guidare. Il coraggio di alcune donne che mesi fa hanno osato sfidare il divieto non è servito a far cambiare la legge; però è stato loro concesso di votare  per la prima volta tra alcuni anni. Vedremo.
In quale punto della classifica complessiva stanno le donne italiane? Eravamo al 77° nel 2006, oggi siamo al 74° con un picco positivo nel 2008 (67°) prontamente ribassato l’anno successivo. Guardando il nostro posizionamento per singoli indicatori possiamo dire che siamo negativamente stabili quanto a opportunità economiche, il dato peggiore; in peggioramento nell’ambito scolastico, soprattutto per il grande passo avanti fatto da altri Paesi, mentre i nostri rapporti uomini/donne sono rimasti stabili. Il dato relativamente positivo è quello della partecipazione politica dove saliamo nella classifica dal 72° posto al 55°. Effettivamente il numero delle donne in Parlamento è quasi raddoppiato negli ultimi sei anni. Buono il trend, ma negativo il livello, se pensiamo che per ogni donna in parlamento vi sono 5 parlamentari uomini sia al Senato sia alla Camera. Siamo cioè a due terzi di strada rispetto al 33% indicato dalle raccomandazioni europee come soglia minima per avviare un discorso di parità.
In conclusione: abbiamo ragioni per festeggiare l’8 marzo? Credo piuttosto che ancora dobbiamo rimboccarci le maniche.

Pia Locatelli
Presidente Internazionale Socialista Donne

Libertà, dignità, rispetto, parità. E non solo l'8 marzo!

Domani è l’8 marzo, festa della donna, di tutte le donne anche di quelle che nel mondo, non godono di alcun diritto. Sono trascorsi 101 anni dalla prima volta in cui si festeggiò nel nostro Paese la lotta per le conquiste sociali e politiche grazie all’impegno delle tante, tantissime donne che posero con forza fin dai primi del novecento la “questione femminile, la rivendicazione del diritto di voto e di partecipazione”. Domani in tantissime città italiane si promuoveranno iniziative politiche e culturali per ricordare un percorso di sfide, idee e di coraggio. Per ricordare i traguardi raggiunti, ma anche le tante cose ancora da fare.
Il nostro Paese rimane purtroppo il fanalino di coda rispetto ai tanti Paesi Europei e non solo Europei che hanno negli anni investito sulle competenze delle donne, sul loro senso Etico della politica e sulla capacità di mettersi al servizio della collettività con idee e concretezza. Un modello e una cultura basate sulla democrazia paritaria, un modello sociale basato sul concetto di pari opportunità che da noi ancora non c’è.
Eppure molte giovani donne oggi ritengono anacronistico parlare ancora di festa della donna o parità; forse perché in taluni casi abbiamo anche assistito ad uno svilimento del significato dell’8 marzo da parte dei media , forse perché ritengono raggiunto l’obiettivo.
Vero è che molte cose sono cambiate, frutto di una emancipazione conquistata a fatica, ma altrettanto vero è che vi è ancora una forte resistenza a fare spazio alla libertà femminile . Le donne sono brave a scuola e all’università, ma faticano ad entrare nel mondo del lavoro e oggi a fronte della crisi economica vi è un fortissimo aumento della disoccupazione femminile.
E’ di pochi mesi fa l’allarme lanciato dal direttore della Banca D’Italia perché l’Italia si trova al 74° posto per quanto concerne il tema dell’occupazione di giovani e donne quindi esiste un “Global Gender Gap” peggiore di tutti glia altri Paesi Europei. A fronte poi dello stesso impegno lavorativo degli uomini, emerge che il differenziale salariale retributivo è di - 7,2 punti.
Sul fronte politico istituzionale le donne rappresentano sempre più un elemento di credibilità e cambiamento agli occhi dei cittadini , eppure a fronte di un 53% della popolazione femminile la rappresentanza è oggi tutt’altro che paritaria. I dati parlano chiaro.

Ma una delle cose più drammatiche cui quasi quotidianamente i mezzi di comunicazione ci rimandano sono gli episodi di tragica crudeltà violenta nei confronti delle donne . La situazione è grave, rappresenta un problema di coesione sociale di tutti e non può essere circoscritta a sole misure di sicurezza che pure sono importanti. Per prevenire e contrastare tale inaudita violenza subita spesso all’interno delle relazioni personali e familiari abbiamo bisogno di mettere in campo politiche nuove soprattutto in termini culturali nel rapporto tra i sessi, maggiori diritti di cittadinanza e di rappresentanza. Si avverte la necessità di una cultura sociale e giuridica che si faccia carico di tutte le donne comprese le immigrate extracomunitarie spesso vittime indifese delle loro stesse tradizioni.
Sono tutti temi dai quali politica e istituzioni non possono sottrarsi e rispetto ai quali possiamo dare un contributo fondamentale se sapremo lavorare congiuntamente. Per questa ragione le donne e gli uomini socialisti daranno il loro contributo, per non rendere questa giornata solo celebrativa e tranquillizzante per le coscienze, perchè senza una vera partecipazione delle cittadine alla cosa pubblica avremo sempre una democrazia imperfetta.

Rita Cinti Luciani
responsabile nazionale pari opportunità PSI


“Se nella nostra Regione, stando ai dati del 2011, hanno un lavoro il 76% degli uomini contro solo il 60% delle donne, dato addirittura peggiorativo del 2,7% rispetto al 2008, allora vuol dire che ha ancora senso festeggiare l’8 Marzo; se le statistiche dell’anno scorso ci dicono che, in Emilia Romagna, il 29% delle donne lavoratrico di età compresa tra i 35 ed i 44 anni si vede costretta a chiedere il part-time per poter provvedere alla famiglia ed ai figli piccoli allora vuol dire che di 8 Marzo c’è ancora tanto bisogno” afferma Rita Moriconi - “E se a questo si aggiunge che, su 2.200 famiglie monoreddito della nostra Regione, 2050 sono di donne sole, significa che l’8 marzo non è solo festeggiare fuori a cena con le amiche, ma che nel 2012, dopo alcuni anni di crisi economica che hanno visto pagare duramente le donne sul piano lavorativo ed economico, deve diventare un giorno da cui ripartire non soltanto per difendere i diritti delle donne fin qui acquisiti, ma anche per conquistarne dei nuovi”.
“Occorre riflettere sul fatto che la nostra società ha bisogno di nuove forme di sostegno al lavoro femminile, che siano in grado di conciliare le esigenze lavorative con quelle di chi vuole avere una famiglie e dei figli” continua Rita Moriconi “perché la società – e anche la politica che ne è lo specchio fedele – ha molto bisogno della sensibilità delle donne, del loro punto di vista e del loro contributo a costruire il futuro. Non è più pensabile che si debba scegliere tra lavoro e famiglia, come se non si sapesse che questa è una scelta penalizzante in ogni caso. Allora ben vengano gli incentivi per le aziende che assumono e stabilizzano il lavoro femminile, gli ammortizzatori sociali a sostegno del settore terziario, in cui lavorano molte donne e quello certamente più colpito dalla crisi. In questa direzione la Regione Emilia Romagna tanto ha fatto in passato ma tanto ancora sta facendo e farà nel futuro e io darò il mio contributo concreto in questo senso”
“Faccio parte in Regione della Commissione di Parità tra Uomini e Donne, l’unica di questo genere costituita in Italia, che sta cominciando a lavorare seriamente perché, nei limiti del quadro normativo nazionale, in Emilia Romagna si cominci ad attuare un percorso che veda sparire le tante differenze di trattamento e di possibilità sociali tra uomo e donna che ancora oggi si vedono nel nostro Paese. Noi donne siamo più ottimiste degli uomini e abbiamo più fede nel futuro, forse perché attendiamo nove mesi per diventare madri. L’8 Marzo serve a ricordare a tutte noi la forza che abbiamo dentro e il diritto che ci siamo guadagnate con il duro lavoro dentro e fuori casa di avere un futuro migliore.

Rita Moriconi
Consigliere Regionale Emilia Romagna
PSI

COMUNICATO STAMPA ANNA FALCONE - DIREZIONE NAZIONALE PSI

“E' ora che il PSE intervenga subito nel Parlamento Europeo per dare voce ai cittadini, ai movimenti popolari e studenteschi, alle forze del lavoro. Dopo i fatti della Grecia è urgente chiedere una svolta immediata nelle politiche economiche e di aiuto agli Stati membri. Non è concepibile che il sostegno ai popoli passi dal ricatto delle banche. 
La sovranità popolare è un principio inviolabile, così come il diritto di un popolo al proprio futuro e alla propria dignità. I padroni della finanza globale e le istituzioni asservite alle sue regole stanno cercando di strozzare entrambi. Se siete socialisti, se siete deputati del popolo, alzatevi dai vostri banchi e opponetevi a questo scempio!”

ANNA FALCONE
DIREZIONE NAZIONALE PARTITO SOCIALISTA ITALIANO

PSI E FGS: IL SILENZIO SULLA GIORNATA MONDIALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

Ieri, il 6 febbraio ricorreva, come ogni anno, la Giornata mondiale contro le
mutilazioni genitali femminili istituita nel 2003 dall’ONU. Ancora una volta con vero disappunto devo  constatare – afferma Rita Moriconi Consigliere Regionale Psi dell emilia Romagna e componente dellA Direzione nazionale del Psi- che di questo problema che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità interessa circa 150 milioni di donne, si è  parlato davvero poco”
“I dati in possesso dell’OMS confermano che l'età per la mutilazione varia a seconda delle etnie e del tipo di mutilazione, sebbene nell'ultimo decennio l'età media si sia abbassata al punto che, in molti Paesi, le Mutilazioni Genitali Femminili vengono praticate addirittura sulle neonate, che in questo modo vengono esposte ad un rischio di mortalità maggiore!” continua Rita Moriconi “La pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili porta a terribili conseguenze sullo stato psicofisico sia nell’immediato, con il pericolo concreto di emorragie e di infezioni, sia a lungo termine quando, al momento del parto, aumentano notevolmente i rischi di morte per la madre e per il nascituro. Le Mutilazioni Genitali Femminili sono da considerarsi a tutti gli effetti una violazione dei diritti umani e civili della persona e, sotto il profilo penale, possono configurarsi come un reato di lesioni personali ed è un problema serio che riguarda ormai anche il nostro Paese in cui, secondo i dati diffusi nel luglio 2009 dal Ministero delle Pari Opportunità, in Italia sono circa 1.000 le bambine e le giovani donne con meno di 17 anni provenienti da Paesi in cui è praticata la Mutilazione Genitale Femminile che sono vittime potenziali di questa pratica”
Per Maria Cristina Pisani, Responsabile Nazionale Giustizia e Legalità della Fgs." Si sbaglia nel credere che questa lotta riguardi soltanto Paesi in via di sviluppo; sono infatti circa 35.000 le donne immigrate in Italia colpite da mutilazioni genitali, sebbene questa sia una pratica vietata per legge dal 2006, con una pena che può arrivare fino a 12 anni di reclusione. Molte comunità praticano ancora oggi l'infibulazione, su bambine e ragazze giovani.
Questo accade ancora in 28 Paesi africani, in alcuni Stati dell’Asia Orientale ed Occidentale e nel Corno D’Africa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sono state sottoposte alla pratica delle mutilazioni genitali 130
milioni di donne ed ogni anno sono a rischio circa 3 milioni di bambine. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle bambine. Il modo migliore per dare un senso a questa
giornata  e' dunque quello di favorire un grande cambiamento sociale e culturale. Per questo - conclude Pisani- è importante contrastare, attraverso un grande sforzo educativo, la convinzione ormai radicata che l'infibulazione e le
altre mutilazioni facciano parte dell'identità culturale di un popolo e di una donna.”

VIOLENZE SESSUALI. MORICONI: LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE OFFENDE TUTTE LE DONNE

La terza sezione penale della Corte di Cassazione, ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche alla violenza sessuale di gruppo. Questo significa che il giudice non è più obbligato a disporre od a mantenere la custodia in carcere per coloro che sono indagati per il reato di violenza di gruppo, ma può applicare anche misure cautelari alternative.
La Cassazione ha annullato un'ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che aveva confermato il carcere - ritenendo che fosse l’unica misura cautelare applicabile - per due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza del Frusinate.
“Siamo di fronte ad una sentenza che definire aberrante è poco” afferma Rita Moriconi, Consigliere Regionale socialista dell'Emilia Romagna  e componente della Direzione nazionale del Psi. “E’ davvero paradossale constatare che, dopo che il parlamento, nel 2009, ha approvato una legge che giustamente ha inasprito le pene ed ha impedito al giudice di applicare, per quanto riguarda le violenze sui minorenni, misure cautelari diverse dalla custodia in carcere proprio in seguito all’'impressionante aumento delle violenze nei confronti delle donne, ora la Corte di Cassazione ha cancellato questa norma e, per uno stupro di gruppo, si arriva addirittura a rischiare di meno”.
“Lo stupro, in tutte le sue forme, è certamente uno dei crimini più odiosi” - continua Rita Moriconi – “ ed è ancora più odioso quando si tratta di minorenni e questa sentenza diminuisce sensibilmente il senso di tutela che, lo Stato deve garantire a chi ha subito questa terribile forma di violenza. Mi unisco fin da ora a tutti coloro che faranno sentire forte la loro voce contro una sentenza che ci offende come donne, come madri e come cittadine”.
Rita Moriconi invita quindi tutte le donne a far sentire la propria voce su questo tema, inviando il seguente messaggio alla Corte di Cassazione all’indirizzo www.cortedicassazione.it
“Alla terza sezione della Corte di Cassazione.
La sentenza n. 4377/12 che prevede misure cautelari alternative per gli autori di stupri di gruppo ci indigna, ci offende e ci preoccupa per le conseguenze che può avere. Vi invitiamo a fare chiarezza affinché lo stupro di gruppo e la violenza sulle donne, soprattutto minorenni, continuino a essere considerati e giudicati come reati terribili e disumani quali sono.”

Precariato al femminile, la risposta è in rete .


Donne, figli e lavoro. Un equilibrio da sempre precario che negli ultimi anni sta acquisendo sempre più forza grazie al web. Contro forme più o meno striscianti di maschilismo, è in rete che le donne si appropriano di quegli spazi altrimenti negati, è nel mare magnum del 2.0 che cresce l’emancipazione in rosa. Il blog si consacra come un’alternativa di condivisione veloce e alla portata di tutte.

GGD – Un esempio chiaro viene dall’oltremanica. Sara Blow, software engineer inglese, stanca di ritrovarsi in compagnia di poche altre donne ai meeting di lavoro e di essere scambiata per un’addetta del business unit o del marketing, nel 2005 decide di creare un blog per donne che lavorano a contatto con i software e con il mondo dei media in generale. Ecco l’idea di dare vita al fenomeno del Girl Greek Dinner (http://www.girlgeekdinnersroma.com/), incontri per sole donne con partecipazione maschile limitata all’ospite occasionale, con l’obiettivo di “dare voce alle giovani che lavorano con i media digitali, che sono impegnate in piccole imprese” come racconta Paola Santoro, referente per i GGD di Roma. “Organizziamo i meeting – continua Paola Santoro – scegliendo un tema tramite monitoraggio della rete, andando a selezionare gli argomenti di tendenza e i casi femminili di successo o di particolare rilevanza. Per esempio nell’ultimo incontro abbiamo trattato lo storytelling dando voce a varie esperienze di ricercatrici universitarie e di piccole imprenditrici”.

DONNE MANAGER - Altra esperienza rilevante è quella di Donne Manager (http://donne.manageritalia.it/), blog ideato da lavoratrici sia autonome che dipendenti, tra i trentacinque e i quarant’anni, sorto nel 2007 in collaborazione con manageritalia.it. “Il nostro obiettivo? La parità dei diritti uomo-donna perché pensiamo sia un bisogno fondamentale legato alla crescita economica, ma anche sociale” racconta Enrico Pedretti, un uomo – non a caso – nel ruolo di responsabile del blog. “Va migliorato il ruolo della donna all’interno della coppia che spesso – sottolinea Pedretti – viene a essere considerato un impedimento per lo sviluppo professionale della lavoratrice. L’Italia non può esimersi da perseguire il diritto alla parità di genere”.

WORKING MOTHERS ITALY - E quando l’ostacolo maggiore per l’accesso al lavoro si chiama maternità? Niente paura: in rete ci sono le blogger di Working Mothers Italy (http://www.workingmothersitaly.com/), associazione impegnata nella difesa delle madri lavoratrici. Come riferisce la presidente Maria Cimarelli: “abbiamo sostenuto la legge per il congedo parentale di paternità, la norma è stata approvata dall’Unione Europea, ma ancora non viene ratificata dal parlamento italiano. Per noi una nuova sfida”.

“Le utenti tramite il blog – continua Cimarelli sul ruolo del portale – ricevono sostegno anche reciproco in particolar modo nel periodo della maternità che per la donna rappresenta un blocco lavorativo nei migliori dei casi, fino ad arrivare a estreme conseguenze quale il mobbing. Le lavoratrici tramite la rete riescono a esternare più facilmente fatti non confidati altrove”. L’intento comune resta la sempre maggiore valutazione della donna. La rete come mezzo informativo e propositivo viene a essere lo spazio privilegiato non solo per condividere passioni, ma anche per ottenere velocemente risultati altrove negati.