PSI E FGS: IL SILENZIO SULLA GIORNATA MONDIALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

Ieri, il 6 febbraio ricorreva, come ogni anno, la Giornata mondiale contro le
mutilazioni genitali femminili istituita nel 2003 dall’ONU. Ancora una volta con vero disappunto devo  constatare – afferma Rita Moriconi Consigliere Regionale Psi dell emilia Romagna e componente dellA Direzione nazionale del Psi- che di questo problema che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità interessa circa 150 milioni di donne, si è  parlato davvero poco”
“I dati in possesso dell’OMS confermano che l'età per la mutilazione varia a seconda delle etnie e del tipo di mutilazione, sebbene nell'ultimo decennio l'età media si sia abbassata al punto che, in molti Paesi, le Mutilazioni Genitali Femminili vengono praticate addirittura sulle neonate, che in questo modo vengono esposte ad un rischio di mortalità maggiore!” continua Rita Moriconi “La pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili porta a terribili conseguenze sullo stato psicofisico sia nell’immediato, con il pericolo concreto di emorragie e di infezioni, sia a lungo termine quando, al momento del parto, aumentano notevolmente i rischi di morte per la madre e per il nascituro. Le Mutilazioni Genitali Femminili sono da considerarsi a tutti gli effetti una violazione dei diritti umani e civili della persona e, sotto il profilo penale, possono configurarsi come un reato di lesioni personali ed è un problema serio che riguarda ormai anche il nostro Paese in cui, secondo i dati diffusi nel luglio 2009 dal Ministero delle Pari Opportunità, in Italia sono circa 1.000 le bambine e le giovani donne con meno di 17 anni provenienti da Paesi in cui è praticata la Mutilazione Genitale Femminile che sono vittime potenziali di questa pratica”
Per Maria Cristina Pisani, Responsabile Nazionale Giustizia e Legalità della Fgs." Si sbaglia nel credere che questa lotta riguardi soltanto Paesi in via di sviluppo; sono infatti circa 35.000 le donne immigrate in Italia colpite da mutilazioni genitali, sebbene questa sia una pratica vietata per legge dal 2006, con una pena che può arrivare fino a 12 anni di reclusione. Molte comunità praticano ancora oggi l'infibulazione, su bambine e ragazze giovani.
Questo accade ancora in 28 Paesi africani, in alcuni Stati dell’Asia Orientale ed Occidentale e nel Corno D’Africa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sono state sottoposte alla pratica delle mutilazioni genitali 130
milioni di donne ed ogni anno sono a rischio circa 3 milioni di bambine. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle bambine. Il modo migliore per dare un senso a questa
giornata  e' dunque quello di favorire un grande cambiamento sociale e culturale. Per questo - conclude Pisani- è importante contrastare, attraverso un grande sforzo educativo, la convinzione ormai radicata che l'infibulazione e le
altre mutilazioni facciano parte dell'identità culturale di un popolo e di una donna.”

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