GARDALAND: IL PARCO GIOCHI VIETATO AI BIMBI DOWN

A volte mi chiedo come sia possibile che in un Paese come l’Italia ancora si debba assistere a discriminazioni verso gli affetti dalla sindrome di Down, soprattutto quando tale avvenimento non si verifica in qualche frazione sperduta e provinciale, ma in uno dei parchi di divertimento più grandi d’Italia se non addirittura d’Europa.
Se è vero che ci possono essere dei giochi che per la loro violenza o velocità sono sconsigliati, o addirittura vietati a malati di cuore o affini per ragioni di sicurezza, non è certo possibile giustificare un tale divieto per i malati di sindrome di Down. Lascia infatti sbalorditi come Gardaland proibisca l’ingresso ad alcuni giochi a “persone con disabilità intellettive e relazionali”, includendo in questa categoria proprio i malati Down. Dal momento che questo tipo di situazione sembra essersi ripetuta più volte, l’Associazione Coordown ha, giustamente, deciso di intraprendere un’azione legale di class action nei confronti della direzione del parco di divertimento, sottolineando che in tutti gli altri parchi italiani tale divieto non esiste, ma sono le famiglie stesse ad avere la responsabilità di decidere se un gioco è o meno idoneo al soggetto disabile. 
Il 29 settembre scorso Maria Antonietta Farina Coscioni dei Radicali ha presentato in Parlamento una mozione al fine di chiedere un intervento del Governo in materia, ma a tutt’oggi né il Ministro della Salute, né il Ministro delle Politiche Giovanili hanno mai risposto alle interrogazioni. Questo tema mi coinvolge particolarmente e mi auguro che il prima possibile il Governo decida di intervenire invitando la dirigenza di Gardaland ad applicare le varie leggi che vigono in materia, e ad imporre l’eliminazione di qualunque forma discriminatoria nei confronti di portatori di handicap. Si potrebbe giustificare tale comportamento solo con l’ignoranza che circonda la materia, ma sarebbe auspicabile che almeno in determinati ambiti della società l’ignoranza fosse debellata e al suo posto prevalesse il buonsenso. La tutela dei minori, soprattutto se resi maggiormente indifesi da un handicap è dovere di ciascun cittadino italiano, ma lo è altrettanto evitare di porre in essere qualunque tipo di atteggiamento che veda un diversamente abile discriminato solo perché diverso.

Claudia Bastianelli
Resp. Pari Opportunità FGS

1 commento:

Anonimo ha detto...

thanks for this nice post 111213