Pia Locatelli : Italia, Stato laico o confessionale

Le polemiche sul Nobel a Edwards confermano il vizio di fondo della legge 40


Il premio Nobel per la medicina è stato assegnato a Robert Edwards per le sue ricerche che hanno reso possibile il trattamento della infertilità, una condizione che colpisce più del dieci per cento di tutte le coppie del mondo.
Mentre la comunità scientifica e tutti coloro che hanno fiducia e non paura della scienza esprimono soddisfazione per la decisione dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, altri ritengono che la scelta di Edwards sia completamente fuori luogo. 
Tra questi il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Ignacio Carrasco de Paula, che ha accusato il biologo di essere causa del “mercato degli ovociti”, dell’abbandono degli embrioni che “finiranno per morire» e dello «stato confusionale della procreazione assistita, con figli nati da nonne o mamme in affitto”.
Purtroppo il governo del nostro Paese la pensa come la Pontificia Accademia e mentre il Nobel del 2010 riconosce il valore scientifico ed etico della fecondazione assistita, il governo continua a difendere a spada tratta la legge 40 sulle “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, che sin dal titolo tradisce l’impostazione ideologica e clericale.
Quando si parla di fecondazione assistita subito si contrappongono due campi: da una parte c’è chi vede solo i rischi che potrebbe comportare, come ad esempio il commercio degli ovociti; dall’altra vi sono i difensori che mettono sul piatto della bilancia gli oltre quattro milioni di bambini e bambine nati, l’elusione di numerose malattie gravi geneticamente trasmissibili grazie alla diagnosi pre-impianto, la ricerca sulle cellule staminali con tutte le sue potenzialità. Mi chiedo: conta tutto questo o conta sola l’ideologia? Non si vogliono negare i rischi che, come in tutte le situazioni, si possono correre, ma è pensabile ad esempio negare la proprietà privata per prevenire il furto? Il parallelo è paradossale, ma fondato.

Personalmente non cesserò mai di ripetere che la legge 40 è una legge sbagliata che va cancellata o almeno cambiata. Questa legge è due volte cattiva: perché è crudele nei confronti delle donne in quanto il suo impianto originale, prevedendo il divieto di crioconservazione degli ovuli, sottopone le donne a ripetute iperstimolazioni ovariche; perché è mal fatta, ed infatti diversi tribunali - di Firenze, di Cagliari, di Bologna, il Tar del Lazio - sono intervenuti nel merito evidenziandone le incongruenze e interpellando anche la Corte Costituzionale. E la Corte ha imposto una prima modifica, e cioè la cancellazione sia del divieto di crioconservazione sia dell’obbligo dell’impianto dei tre ovuli fecondati, invocando il principio della uguaglianza e la ragionevolezza.
Ora è sotto scacco un altro pezzo importante della legge, quello relativo al divieto di fecondazione eterologa. Il tribunale di Firenze ha chiesto infatti alla Corte Costituzionale di pronunciarsi in merito ad un ricorso avanzato da una coppia che sostiene che il divieto della fecondazione eterologa lede il principio di uguaglianza e non rispetta l’obbligo di recepire il diritto comunitario. Infatti una sentenza pronunciata dalla Corte di Strasburgo ha condannato l’Austria ad eliminare una sua legge che prevedeva, come da noi, il divieto di fecondazione eterologa. Pochi sanno che dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona la Corte di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo (ma quando verrà cambiato verrà cambiato il suo nome in Corte per i Diritti Umani?) è diventata organismo europeo e quindi le sue sentenze diventano norme di diritto comunitario.
Quindi questa legge va perdendo pezzi, ma i nostri legislatori, in primis gli ex laici Sacconi e Roccella, continuano a difenderla nel suo impianto fondamentale che, come dicevo all’inizio, è ideologico già a partire dal titolo.
In un interessante saggio sulla rivista “Bioetica”, M.Grazia Sacchetti, una giurista dell’Università di Modena, mette in evidenza la non casualità della scelta del termine “procreazione” anziché quello più corretto e specifico di “fecondazione” per il titolo della legge 40. Il termine fecondazione, usato nelle altre legislazioni europee, ha un significato prettamente medico. Il termine procreazione è quello teologico contenuto nel dizionario di bioetica del cardinal Tettamanzi che, comprensibilmente dal suo punto di vista, dice che il procreare è, in definitiva, un atto religioso.
Il problema sta tutto qui: il nostro è uno Stato laico o confessionale? E’ dalla risposta a questa domanda che discendono le leggi del nostro Paese.

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