UNA TUTELA REGIONALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI VERSO LE DONNE CON DISABILITA’

di Daniela Mignogna

Il 66% delle persone disabili che vive in Italia è donna. Un dato che deve far riflettere sulla necessità di interventi specifici e mirati all'universo femminile.

Sono 1 milione e 860 mila le donne italiane disabili. Un numero doppio rispetto agli uomini e pari al 6,1% dell'intera popolazione femminile italiana (vedi dossier Istat). Donne spesso vittime di una doppia discriminazione, quella di donne e quella di disabili.

E’ innegabile che tra un uomo disabile e una donna disabile vi siano differenze fisiche, culturali, o anche più comunemente legate ai servizi, che rendono del tutto peculiare e difficile la condizione di donna disabile. Non dobbiamo dunque ‘dividere’ tra disabilità maschile e disabilità femminile, bensì cercare di promuovere gli stessi diritti per tutti, rimarcando però le profonde diversità esistenti e fino ad oggi troppo spesso ignorate. Occorre perciò mettere in rete le specifiche esperienze, esigenze, problematiche, per promuovere una comune cultura dell’attenzione verso l’altro.

Bisogna abituarsi a considerare la persona con disabilità non più come ‘malato’ ma come ‘persona avente diritti’. Con riferimento alle iniziative istituzionali già intraprese a tutela delle persone disabili, occorre proporre che a livello regionale, siano istituiti in tutta Italia “Osservatori di tutela contro le discriminazioni” che puntino ad adeguare la legislazione regionale alla normativa europea e nazionale, istituendo un organismo regionale di garanzia nei confronti delle persone vittime di discriminazioni, e che monitori sul territorio il fenomeno riguardo alle discriminazioni di genere ma anche a quelle legate all'orientamento sessuale, all'appartenenza etnica, alla religione, all'età, all'handicap e alle discriminazioni multiple.

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