LAVORO E QUOTE GIOVANI. QUALCHE RISCHIO MA E' UNA STRADA

di Claudia Bastianelli 
Ho letto con particolare interesse l’articolo uscito su l’Avanti! della domenica n. 23, firmato da Francesco Castria, giovane dottore commercialista.
Castria, parlando della situazione lavorativa dei giovani italiani propone di inserire una “quota” del 25% riservata ai giovani con età inferiore ai 35 anni nei Cda delle aziende quotate e degli incarichi in Enti Pubblici, Amministrazioni Locali, Tribunali ed Asl, con lo scopo di permettere loro di fare esperienza, di portare nuove idee e di dimostrare che in Italia il destino dei giovani sta a cuore alla classe politica dirigente. Castria continua sottolineando che la soluzione da lui proposta non comporterebbe costi, ma solo l’introduzione di un articolo negli Statuti o bandi che riporti tale vincolo.
Devo ammettere che la cosa mi ha indotto ad un’attenta riflessione sul tema e soprattutto sulla soluzione proposta. In realtà, come donna, ho già affrontato in precedenza la questione delle “quote”, sottolineando la mia contrarietà, ritenendole forme di ghettizzazione, che non sempre premiano le migliori, ma anzi inducono a far ricoprire ruoli, anche di primo piano, a donne che non vadano ad inficiare la supremazia maschile. Non nego, dunque, che la mia prima reazione all’articolo di Castria si è riassunta sulla stessa posizione, convinta del fatto che il merito debba essere il primo criterio di selezione in ogni campo, per ogni genere e generazione. Allo stesso tempo però, sono pienamente consapevole che le problematiche sollevate dal giovane professionista non solo sono assolutamente vere, ma sono fin troppo sottovalutate da chi non vive l’esperienza di entrare nel mondo del lavoro ai giorni d’oggi.
Se da un lato è assolutamente vero che l’esperienza, soprattutto quando si tratta di ricoprire certi ruoli, è cosa imprescindibile, dall’altra è pur vero che troppo spesso quegli stessi ruoli sono affidati nelle mani di professionisti nominati che evitano in ogni modo di “lasciare il passo” ai giovani meramente per motivazioni economiche. Il sistema di formazione dei giovani professionisti, così come prevede la legge italiana, è a dir poco estenuante nonché particolarmente oneroso per le loro tasche. Fin quando per poter esercitare è necessario fare fotocopie rinchiusi in qualche stanzetta di studi altisonanti per qualche anno, consapevoli che il titolare dello stesso non ha alcun interesse ad insegnare veramente i trucchi del mestiere, causa il rischio di essere un giorno prevaricati o addirittura concorrenti del praticante, nulla potrà veramente cambiare.
La mia riflessione si è poi concentrata anche sul fatto che, ammesso che la proposta di Castria venisse accolta, si potrebbe proporre un altro problema non da sottovalutare: tenendo presente che la mobilità sociale in Italia è molto bassa, il rischio in cui si potrebbe incorrere è che i professionisti di lungo corso lascino il passo ai giovani figli e nipoti, anche in questo caso in barba al merito. Ogni qualvolta la scelta del candidato avviene per nomina e non per concorso, chi ci assicura che siano davvero i più bravi ad assumere l’incarico?
L’unica soluzione forse sarebbe una vera riforma delle professioni collegata all’abolizione degli albi, che ormai si identificano con delle vere e proprie caste. Questa posizione, tra l’altro, è stata più volte espressa anche dalla Federazione Giovani Socialisti che, grazie anche alle esperienze riportate da molti degli iscritti, ha intercettato i disagi, noti a tutti ma sottaciuti, che il sistema attuale comporta. Forse soltanto dopo aver reso veramente accessibile a tutti la possibilità di intraprendere una carriera professionale, sia di tipo legale, commercialista, medica o altro, si potrebbero introdurre regolamentazioni e percentuali incentivanti l’accesso dei giovani anche ad incarichi pubblici o in spa, al fine di garantire un vero e corretto equilibrio tra rinnovamento generazionale e merito.
Il tema è di massima attualità ed interesse e mi auguro che dal nostro Partito, sulla scorta di questo dibattito, possa giungere una proposta concreta.

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