Se ne parlerà a Bologna il 2 aprile, nel corso di un incontro pubblico dedicato in particolare alle situazioni di iniquità - tuttora perduranti anche in Emilia Romagna - da parte di quei Comuni che continuano a pretendere dalle persone con disabilità o dalle loro famiglie una serie di "contributi", per usufruire dei servizi di trasporto e di assistenza domiciliare, oltreché dei cosiddetti servizi semiresidenziali e residenziali. Al convegno parteciperanno vari esponenti di associazioni di tutela della disabilità di Bologna e Provincia e alcuni dirigenti del Settore Socio-Sanitario della Regione Emilia Romagna (superando.it)
«I familiari di persone con disabilità e le associazioni di tutela della stessa - dichiara Daniela Mignogna, responsabile del Forum su Facebook Sindrome di Angelman Italia, recentemente riconosciuto anche dall'ORSA (Organizzazione Sindrome di Angelman) - ritengono ingiusti i comportamenti di molti Comuni i quali chiedono sempre più soldi per l’accesso ai servizi essenziali e non rispettano le leggi esistenti. Si tratta di una situazione di illegalità che passa tranquillamente fra l'indifferenza generale di tutte le forze politiche ed è ora che questo problema venga posto all'attenzione anche dei "nostri" vertici e soprattutto di quelli di Comuni e delle Regioni».
«Mi riferisco - prosegue Mignogna - ai "contributi" che le Amministrazioni Comunali chiedono alle persone con disabilità o alle loro famiglie per usufruire dei servizi di trasporto, di assistenza domiciliare, oltreché dei cosiddetti servizi semiresidenziali e residenziali. In particolare va ricordato che il Decreto Legislativo 130/00 (articolo 3, comma 2) ha stabilito che per l'accesso ai servizi sociosanitari riguardanti le persone con grave disabilità si debba fare riferimento al solo ISEE individuale [l'ISEE è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.], cioè che non debbano essere conteggiati i redditi e i patrimoni dei familiari. A Bologna, però, questo ad esempio non succede e in generale nell'Emilia Romagna la situazione è ancora dibattuta e complessa».
Dall'evidenza di questi problemi, è nata dunque l'idea di promuovere il convegno intitolato E io?... Avrò cura di te? La Legge 328 ha compiuto 10 anni: una riforma mancata o una opportunità da incrementare? La parola a chi si occupa di disabilità, incontro pubblico che si terrà sabato 2 aprile a Bologna (Amadeus Hotel, Via Marco Emilio Lepido, 39, ore 15), con il quale affrontare - avvalendosi della presenza tra i relatori di esponenti di numerose associazioni di tutela della disabilità di Bologna e Provincia, oltreché dei dirigenti del Settore Socio-Sanitario della Regione Emilia Romagna - una situazione tuttora densa di problemi, iniquità e carenze. «Un momento di confronto - conclude Mignogna - che tenda soprattutto a portare alla luce i problemi delle persone disabili in ogni contesto della vita».
Da segnalare che oltre agli esponenti istituzionali, a rappresentare le associazioni, vi saranno tra gli altri Ermes Rigon, presidente del Forum delle Associazioni di Familiari dell'Emilia Romagna, Antonella Pini, presidente della UILDM di Bologna (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Giuseppe Urbinati, vicepresidente dell'ANFFAS di Bologna (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Edgardo Modelli, presidente provinciale dell'ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Sociali e Civili degli Handicappati) e Danilo Rasia, presidente dell'Associazione Territoriale per l'Integrazione Passo Passo. I lavori saranno coordinati, introdotti e conclusi dalla stessa Daniela Mignogna. (S.B.)
«Mi riferisco - prosegue Mignogna - ai "contributi" che le Amministrazioni Comunali chiedono alle persone con disabilità o alle loro famiglie per usufruire dei servizi di trasporto, di assistenza domiciliare, oltreché dei cosiddetti servizi semiresidenziali e residenziali. In particolare va ricordato che il Decreto Legislativo 130/00 (articolo 3, comma 2) ha stabilito che per l'accesso ai servizi sociosanitari riguardanti le persone con grave disabilità si debba fare riferimento al solo ISEE individuale [l'ISEE è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.], cioè che non debbano essere conteggiati i redditi e i patrimoni dei familiari. A Bologna, però, questo ad esempio non succede e in generale nell'Emilia Romagna la situazione è ancora dibattuta e complessa».
Dall'evidenza di questi problemi, è nata dunque l'idea di promuovere il convegno intitolato E io?... Avrò cura di te? La Legge 328 ha compiuto 10 anni: una riforma mancata o una opportunità da incrementare? La parola a chi si occupa di disabilità, incontro pubblico che si terrà sabato 2 aprile a Bologna (Amadeus Hotel, Via Marco Emilio Lepido, 39, ore 15), con il quale affrontare - avvalendosi della presenza tra i relatori di esponenti di numerose associazioni di tutela della disabilità di Bologna e Provincia, oltreché dei dirigenti del Settore Socio-Sanitario della Regione Emilia Romagna - una situazione tuttora densa di problemi, iniquità e carenze. «Un momento di confronto - conclude Mignogna - che tenda soprattutto a portare alla luce i problemi delle persone disabili in ogni contesto della vita».
Da segnalare che oltre agli esponenti istituzionali, a rappresentare le associazioni, vi saranno tra gli altri Ermes Rigon, presidente del Forum delle Associazioni di Familiari dell'Emilia Romagna, Antonella Pini, presidente della UILDM di Bologna (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), Giuseppe Urbinati, vicepresidente dell'ANFFAS di Bologna (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Edgardo Modelli, presidente provinciale dell'ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Sociali e Civili degli Handicappati) e Danilo Rasia, presidente dell'Associazione Territoriale per l'Integrazione Passo Passo. I lavori saranno coordinati, introdotti e conclusi dalla stessa Daniela Mignogna. (S.B.)
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