LA CAMERA APPROVA LA PROPOSTA DI LEGGE SULLE QUOTE ROSA

di Claudia Bastianelli Resp. Pari Opportunità FGS
E’ stata approvata alla Camera la proposta di legge sulle quote rosa all’interno dei consigli di amministrazione delle aziende quotate in borsa e partecipate pubbliche e, sicuramente prima del 14 dicembre, la stessa proposta sarà posta in votazione in Senato. Si tratta di una legge innovativa per l’Italia, anche se in Europa sono molti i Paesi che già la conoscono e l’hanno applicata. Tale Legge prevede che nei consigli di amministrazione delle aziende spa e partecipate pubbliche sia garantito un terzo dei posti al genere meno rappresentato (ovviamente nella maggioranza dei casi si tratta del genere femminile).  
Come detto sopra non si tratta di una novità sul panorama europeo e ritengo sia doveroso fare riferimento alla Ley de Igualdad, una legge approvata dal governo spagnolo di Zapatero, che affronta tutti i casi in cui è necessario introdurre la completa parità tra i due sessi sia in ambito pubblico che privato, eliminando qualunque discriminazione dovuta a motivi di genere. Se da un lato questo tipo di legge è una garanzia al fine di permettere una maggiore rappresentanza delle donne nei luoghi decisionali, dall’altro ritengo che si debbano fare riflessioni approfondite sul tema. La possibilità per le donne di avere ruoli importanti nelle aziende è sicuramente una cosa da difendere e che troppe volte è stata violata in nome di una preferenza del genere maschile in quanto meno responsabile in ambito familiare e, dunque, sicuramente più presente a livello lavorativo. 
Allo stesso tempo però credo che il ricorso frequente alle quote rosa costituisca una  forma di discriminazione ancora maggiore in quanto, come spesso accade, non è il merito a prevalere, ma la sola necessità di raggiungere una percentuale dettata da leggi e statuti. La condivisione bipartisan della legge in questione mi fa pensare che questo argomento è percepito come importante ed urgente da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, mi spiaccio del fatto che nessuno si impegni fattivamente per anteporre il merito agli schemi dettati da altri e che nessuno abbia, in sede di discussione, posto l’attenzione su questo tema. Partendo dal presupposto che sia giusto esultare perché le donne vedano riconosciuto un loro diritto, un dubbio rimane: saranno le più brave ad andare avanti e ad essere premiate?

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