Daniela Mignogna - Il welfare pesa sempre più su famiglie e volontariato

Di fronte a un welfare sempre più povero, le strategie individuali e familiari si trovano schiacciate sul fronte sempre più esplicito della delega totale alla famiglia: nel mirino finiscono soprattutto le situazioni più gravi legate alla disabilità e alla non autosufficienza su cui ormai vige il principio assoluto del fai-da-te.
In tal senso l’esempio del ricorso alla badante è emblematico: si tratta della soluzione a cui tutte le famiglie pensano praticamente in automatico nel momento in cui sono chiamate a far fronte alle situazioni più complesse di perdita della autosufficienza di un familiare; inoltre, tutte le indagini più recenti dimostrano che, nonostante gli interventi di molte Regioni in materia di formazione e strutturazione della rete di assistenza informale, nella stragrande maggioranza dei casi il reperimento della badante, e dunque anche le sue competenze professionali, rimangono affidate al passaparola informale.
Senza dimenticare un particolare non di poco conto: in almeno 8 casi su 10 a pagare è lo stesso malato o la famiglia. Insomma l’arretramento delle politiche sociali ha determinato, come emerge dal rapporto Censis 2010 sulla situazione sociale del Paese, “in non pochi casi una situazione di vera e propria solitudine delle famiglie con problemi, rispetto alla quale anche l’azione del volontariato ritorna a essere l’unica risposta presente soprattutto in certe situazioni e in certe zone del Paese”  “Il problema è che il ruolo di supplenza che di fatto, oltre alle famiglie, viene svolto dal volontariato, dal non profit e dall’associazionismo, rispetto ai tanti bisogni non coperti, rischia di non bastare più, vista la dinamica crescente del disagio sociale, accelerata anche dalla crisi”.
I tre settori in cui i cittadini registrano una maggiore presenza di volontari sono: ospedali, case di cura, strutture sanitarie in generale (69%). E poi: case di riposo, comunità alloggio, presidi socio-assistenziali di vario tipo (54,3%) e infine le varie forme di assistenza a domicilio per anziani e non autosufficienti (39,9 per cento).

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