I COSTI DELLA (IN)GIUSTIZIA AUMENTANO “un regalo della manovra finanziaria”

ai tempi biblici dei procedimenti civili, ai costi per le parcelle degli avvocati, lo Stato, anziché intervenire con provvedimenti “a favore di”, ha pensato bene di introdurre nella manovra finanziaria un “contributo unificato” anche per le ormai poche cause il cui oggetto non comportava costi. Che la giustizia non funzioni, che il servizio sia scadente, che la giustizia debba essere garantita al cittadino e non tassata, poco importa ad uno Stato vorace, ad una parte del Parlamento ed ad un Governo che si è caratterizzato per “leggi ad personam” ed ora per “leggi  onerosamente contra personem”
Come non definire in questo modo l’introduzione di un contributo unificato per le cause civili e fra queste quelle di lavoro e di famiglia, proprio a carico delle persone più deboli?
Dal “girone infernale dei nuovi contributi unificati”, ne citiamo solo alcuni:
  • Procedimenti ordinari: da 37,00 a 1466,00 euro
  • Procedimenti esecutivi mobiliari: da 37,00 a 121,00 euro
  • Procedimenti di opposizione agli atti esecutivi: 146,00 euro
  • Procedimenti di esecuzione immobiliari: 242,00 euro
  • Procedimenti sommari: da 18,50 a 733,00 euro
  • Procedura fallimentare: 740,00 euro
  • Procedimenti in materia di previdenza: 37,00 euro
  • Separazioni e divorzi consensuali: 37,00 euro
  • Separazioni e divorzi giudiziali: 85,00 euro
Mentre SOS Diritti PSI, si schiera a favore dell’Ordine degli Avvocati che già ha protestato per l’iniquità di tali provvedimenti (che avranno valore dal 6 luglio us), rivolge un appello ai Parlamentari di ogni schieramento “rendere giustizia ai deboli”, pronunciandosi contro l’introduzione del contributo unificato, emendando il DL 98/2011 e stralciando le relative previsioni normative.

 Mario Guidetti   (SOS Diritti PSI)    Rosario Genovese  (V.segretario prov.le PSI)  Rita Moriconi  (Consigliere Regionale)   

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