Non siamo le solite di sempre

di Pia Locatelli - presidente Internazionale Socialista Donne

Previste 200-300 partecipanti, iscritte oltre 1.000, presenti oltre 2.000, donne e alcuni uomini, decine di migliaia di contatti attraverso blog, facebook, twitter ... : questi i numeri dell’incontro di Siena del 9 e 10 luglio, la prova che ‘Se non ora quando’ ha colto nel segno dando speranza alle tante donne, e anche uomini, che si sentivano impotenti nel contrastare il degrado dell’immagine femminile e il ruolo negato alle donne nella vita del Paese.
La manifestazione del 13 febbraio e la due giorni di Siena indicano che si può uscire dall’impotenza e mettere in movimento le energie disponibili per cambiare un Paese bloccato, represso, senza desideri.
Siamo partite dalle tre proposte avanzate l’otto marzo, accompagnate dallo slogan “rimettiamo al mondo l’Italia”:
- indennità di maternità universale a carico della fiscalità generale, perché tutte le donne che lavorano devono poter scegliere se essere madri, anche le precarie, che ora non possono scegliere;
- riproposizione della legge che impediva la pratica delle dimissioni in bianco, strumento odioso imposto all’atto dell’assunzione per aggirare il divieto di ... libertà di licenziamento, usato soprattutto contro le donne a rischio di maternità, legge già esistente la cui cancellazione è stato il primo atto dell’attuale governo;
- congedo di paternità obbligatorio: I figli e le figlie si fanno in due ma troppo spesso quando vanno allevati e accuditi risultano essere figli/e delle sole madri. Se per le donne il congedo di maternità è obbligatorio, la facoltatività di quello per i padri ha trasformato in una sorta di handicap quello che continuiamo a considerare un segno di civiltà. Congedo per i padri obbligatorio, retribuito al 100% e a carico della fiscalità generale. Si rimette al mondo l’Italia anche condividendo gioie e fatiche di famiglia e lavoro.
Rappresentazione dei corpi e lavoro delle donne sono le due facce dello scandalo italiano, dicono le donne di ‘Se non ora quando’: questo è stato il punto di partenza su cui abbiamo costruito l’incontro di Siena proponendo come contenuto il nesso tra le brutte immagini di donne che attraversano gli schermi e riempiono le riviste e il mancato posto fatto alle donne nella vita pubblica, a partire dal lavoro.
Si comincia il 9 luglio poco prima di mezzogiorno con le proiezioni video del 13 febbraio; seguono alcuni interventi introduttivi: Francesca Izzo, una filosofa insolitamente (per una filosofa, non per lei) concreta, che parla di superamento di barriere, anche quelle dei diversi femminismi; Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat che fotografa l’Italia al femminile, e non è una bella fotografia; l’economista Tindara Abbado; Sabina Castelfranco, rappresentante della stampa estera che racconta perché la manifestazione di febbraio ha conquistato le prime pagine dei giornali stranieri e come viene letta oltre frontiera la questione femminile nel nostro Paese.
Poi gli interventi, ricchi, vivaci, creativi, interessanti, liberi, sciolti e, miracolo, ordinati, anche nei tempi. Una sessantina nel pomeriggio della prima giornata, un susseguirsi di voci per un percorso a volte corale a volte individuale; tre minuti a testa per tutti e tutte, comitati, associazioni, singole donne, archeologhe o artiste; anche qualche politica cui è stata rivolta una leggera contestazione, segnale di una certa insofferenza verso quel mondo più che verso di loro.
Quattro ore di interventi in una piazza piena di donne, giovani e meno giovani, qualche uomo, in tante ad inseguire l’ombra degli alberi e di vecchi palazzi, piccoli stand e qualche impianto tecnologico che ci ha proiettate fuori dal Prato di Sant’Agostino, fuori da Siena, anche fuori dall’Italia attraverso le reti dei social network.
A conclusione un flash mob in Piazza del Campo dove siamo state guidate da una street band; a sera di nuovo a Prato di Sant’Agostino, per una gioiosa festa con la regia di Lunetta Savino.
Il giorno successivo è stato il momento per gli impegni, i contenuti e la proposta politico - organizzativa per far pesare la forza che abbiamo costruito, pur nelle differenze che devono essere riconosciute. Alcune sono differenze antiche, altre nuovissime non solo perché ci sono le giovani, finalmente, ma anche perché ci sono aggregazioni recentissime. Non siamo le solite di sempre. Qualcuno dice che il 13 febbraio abbiamo convocato il Paese e il Paese ha risposto. La composizione della piazza di Siena ne è la conferma.
Il progetto è di una rete inclusiva, accogliente, capace di superare le barriere identitarie, una rete ugualitaria - il Comitato nazionale ha esclusivo ruolo funzionale - costruita a partire dalle diverse realtà locali, una rete agile e insieme stabile e organizzata, alla cui base stia la dimensione di giustizia. Nessuna vuole diventare partito, ma è concreta la domanda di politica e di interlocuzione con partiti e istituzioni. C’è una nuova forza sulla scena politica nazionale, nata da un patto leale tra le mille realtà femminili che si incontrano e si riconoscono.



Avanti! della domenica N.28 del 17 luglio 2011

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