Per una proposta di legge sulla riforma della scuola media inferiore e superiore

di Maria Squarcione responsabile nazionale scuola del Psi

CONTESTO STRUTTURALE
  • Ristrutturazione degli edifici scolastici per la messa a norma in tema di sicurezza
  • Attrezzare gli edifici di cablatura totale per collegamenti wireless alla rete e di aule destinate ai laboratori scientifici e artistici, di palestre, di teatri per la prosa e la musica
  • Strutturare i tempi di lavoro degli operatori scolastici (docenti e non docenti) sull'intero arco della giornata, con possibilità di turnazioni, così come è previsto per il comparto "lavoratori della conoscenza"
  • Abilitare le scuole all'apertura pomeridiana almeno su 5 giorni lavorativi a settimana
  • Attivazione di una coerente e capillare rete di servizi culturali che comprenda musei, biblioteche, cinema, teatri principalmente destinati al sussidio scolastico, che abbiano orari di apertura compatibili con la fruizione scolastica e con la fruizione da parte degli adulti lavoratori (h.12: finalmente i servizi culturali sarebbero un volano per l'economia giovanile qualificata, come la nascita di cooperative ad hoc, oltre a favorire l'apprendimento per tutto l'arco della vita)
PROCESSO DI RECLUTAMENTO DEL PERSONALE INSEGNANTE

  • Requisito della laurea per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per tutte le discipline
  • Percorso biennale formativo ad hoc post laurea e a numero chiuso, a seconda del fabbisogno e inserimento, dopo esame di idoneità, in una graduatoria nazionale. Il percorso formativo dovrà includere materie destinate alle tecniche di insegnamento, orientate fortemente all'uso delle nuove tecnologie e l'apertura di graduatorie per l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda
  • Il contratto di lavoro dovrebbe ricalcare quello dei lavoratori della conoscenza: fasce e progressioni economiche periodiche all’interno delle fasce, i cui criteri dovrebbero includere merito professionale, titoli scientifici, anzianità
  • Creazione di una graduatoria nazionale di merito una volta conseguita l’idoneità all’insegnamento dopo la frequenza della scuola superiore per la didattica; la graduatoria sarà poi gestita a livello regionale

STRUTTURA
  • Una riforma della scuola media, il compartimento più a rischio del nostro sistema scolastico, potrebbe prevedere due settori: il primo, ampliato a cinque anni – dagli 11 ai 15 compresi - in grado di delineare la vera fisonomia culturale di base di tutta la popolazione, grazie al trattamento omogeneo di ogni sapere, gestito con gli strumenti più avanzati, in un tempo scolastico ampio, ancora strutturato in classi. Una scuola media davvero formativa, improntata ad un sano equilibrio fra teoria - eventualmente organizzata nelle ore della mattinata - e la pratica di laboratori, estendibili nel pomeriggio. Laboratori scientifici, musicali, artistici, linguistici, ma anche di lettura, di scrittura, di ascolto. Una scuola media ricca di saperi tecnologici, ma che non trascuri, nella teoria e nella pratica, la promozione delle conoscenze scientifiche - di cui soffriamo un deficit davvero preoccupante - e di quelle umanistiche, dalla letteratura e dalla filosofia - che ancora rappresentano il plus del nostro modello formativo, come riconosciuto anche in ambito internazionale - alla storia e alla geografia, ormai fruibili anche attraverso sistemi tecnologici davvero molto amichevoli, come l'utilizzo dell'audiovisivo per la storia e delle utilities di google per la geografia.
  • Assicurata una solida formazione di base, che si occupi anche dello sviluppo fisico, oltre che intellettuale dei giovani fino a 16 anni, attraverso un’attività sportiva giornaliera, questo approccio olistico alla persona si dovrebbe specializzare nei tre anni seguenti secondo modalità più vicine alla dimensione universitaria. Sarebbero utili infatti, nei tre anni successivi delle "scuole medie superiori", piuttosto che semplificazioni, lo smantellamento della strutturazione in classi e l'organizzazione della didattica in corsi, secondo un impianto strutturato su materie prevalenti e sussidiarie. I corsi delle superiori si avvarrebbero di materie professionalizzanti e dunque obbligatorie per l'indirizzo prescelto, ma consentirebbero una maggiore libertà sulle propedeuticità, comprensive anche di discipline ora solamente trattate all'università, come la sociologia o l'antropologia, che, a scelta dello studente, secondo un criterio coerente concordato con i docenti, potrebbero legittimamente entrare nel curriculum formativo di qualsiasi indirizzo. Un sistema simile, veramente laico e scevro da ideologismi, seriamente orientato alla persona, oltre a garantire una solida e omogenea formazione, che favorirebbe la consapevolezza delle successive scelte, riqualificherebbe i professori.

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